La società moderna è fondata sui consumi, e questo ormai lo abbiamo capito bene. Il concetto di consumo si è esteso ad ogni aspetto (o quasi) della nostra esistenza civile, con conseguenze anche di ordine morale che non intendo adesso prendere in esame.
Questa mia riflessione viene dalle mie origini "audiofile", ovvero di appassionato di alta fedeltà e di musica soprattutto, con delle frequenti deviazioni verso il mondo video e l'audio del video.
Mi interesso di queste materie ormai da quasi trenta anni, ed ho vissuto, da appassionato, le evoluzioni che ci sono state nel mondo dell'alta fedeltà.
Il "punto di rottura" si è avuto con l'invenzione del compact disc, quel tanto amato ed allo stesso tempo vituperato dischetto argenteo che ha rivoluzionato il modo di ascoltare la musica, promettendo qualità DIGITALE al di sopra di ogni sospetto, ma in primo luogo assicurando alle major discografiche delle spese ridicole nella produzione e di conseguenza degli introiti maggiori.
Ma veniamo al titolo di questo post, il cinema, e più in particolare il cinema in casa.
Ormai è diventato possibile costruirsi un impianto home theater in casa grazie proprio alla tecnologia digitale; infatti il grande pregio del digitale, in genere, è la capacità di diffusione capillare di tecnologia a prezzi accessibili. Io stesso ho assemblato un impianto, utilizzando un proiettore digitale, e, devo dire di esserne abbastanza soddisfatto; il grande schermo ha un fascino tutto particolare, ed averlo in casa è una cosa molto piacevole.
Qualche settimana fa mi è capitato di entrare in possesso di un vecchio videoproiettore tritubo, un apparecchio del '93, ingombrante e pesante. Chiaramente già conoscevo questi apparecchi, li avevo visti in passato e me ne sono occupato anche per motivi professsionali, ma averlo in casa è diverso (non così la pensa chiaramente la consorte!). La fase di taratura è complicata, se paragonata alla messa in funzione di un digitale, infatti ancora non sono arrivato ad una set-up "perfetto", ci sono continui miglioramenti da apportare, ma direi che posso già fare dei confronti tra un apparecchio del 1993 ed uno del 2005: non c'è storia! E pensare che il tritubo in questione appartiene ad una tipologia che non era considerata fascia alta, ma medio-bassa, mentre il dlp era quasi un top di gamma.
Come mai succede questo, ovvero come mai nel 1993 esistevano macchine in grado di riprodurre le immagini su schermi da 100'' e più, con una qualità che è a dir poco impressionante, già HD ready (infatti il bestione gestiche anche il 1080i)?
Ma è ignombrante, pesante e difficile da mettere a punto: si, è vero tutto questo, ma io non devo "consumare" il cinema in casa, io devo vedere i film con una qualità paragonabile a quella del cinema (e vi assicuro che lo è tranquillamente, anzi...)! C'è qualche cosa che non funziona in questa modalità di vivere le cose, in questo modo non ci si mette mai la passione ed il cuore, solo il portafoglio, si falsano i valori.
Sarebbe stata una cosa "buona e giusta" se la tecnologia analogica fosse stata sviluppata oltre, così da permettere la produzione di proiettori meno ingombranti e meno complicati da mettere a punto.
Meditare su questo non fa male...
mercoledì 13 febbraio 2008
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