mercoledì 13 febbraio 2008

Caro vecchio Cinema

La società moderna è fondata sui consumi, e questo ormai lo abbiamo capito bene. Il concetto di consumo si è esteso ad ogni aspetto (o quasi) della nostra esistenza civile, con conseguenze anche di ordine morale che non intendo adesso prendere in esame.
Questa mia riflessione viene dalle mie origini "audiofile", ovvero di appassionato di alta fedeltà e di musica soprattutto, con delle frequenti deviazioni verso il mondo video e l'audio del video.
Mi interesso di queste materie ormai da quasi trenta anni, ed ho vissuto, da appassionato, le evoluzioni che ci sono state nel mondo dell'alta fedeltà.
Il "punto di rottura" si è avuto con l'invenzione del compact disc, quel tanto amato ed allo stesso tempo vituperato dischetto argenteo che ha rivoluzionato il modo di ascoltare la musica, promettendo qualità DIGITALE al di sopra di ogni sospetto, ma in primo luogo assicurando alle major discografiche delle spese ridicole nella produzione e di conseguenza degli introiti maggiori.
Ma veniamo al titolo di questo post, il cinema, e più in particolare il cinema in casa.
Ormai è diventato possibile costruirsi un impianto home theater in casa grazie proprio alla tecnologia digitale; infatti il grande pregio del digitale, in genere, è la capacità di diffusione capillare di tecnologia a prezzi accessibili. Io stesso ho assemblato un impianto, utilizzando un proiettore digitale, e, devo dire di esserne abbastanza soddisfatto; il grande schermo ha un fascino tutto particolare, ed averlo in casa è una cosa molto piacevole.
Qualche settimana fa mi è capitato di entrare in possesso di un vecchio videoproiettore tritubo, un apparecchio del '93, ingombrante e pesante. Chiaramente già conoscevo questi apparecchi, li avevo visti in passato e me ne sono occupato anche per motivi professsionali, ma averlo in casa è diverso (non così la pensa chiaramente la consorte!). La fase di taratura è complicata, se paragonata alla messa in funzione di un digitale, infatti ancora non sono arrivato ad una set-up "perfetto", ci sono continui miglioramenti da apportare, ma direi che posso già fare dei confronti tra un apparecchio del 1993 ed uno del 2005: non c'è storia! E pensare che il tritubo in questione appartiene ad una tipologia che non era considerata fascia alta, ma medio-bassa, mentre il dlp era quasi un top di gamma.
Come mai succede questo, ovvero come mai nel 1993 esistevano macchine in grado di riprodurre le immagini su schermi da 100'' e più, con una qualità che è a dir poco impressionante, già HD ready (infatti il bestione gestiche anche il 1080i)?
Ma è ignombrante, pesante e difficile da mettere a punto: si, è vero tutto questo, ma io non devo "consumare" il cinema in casa, io devo vedere i film con una qualità paragonabile a quella del cinema (e vi assicuro che lo è tranquillamente, anzi...)! C'è qualche cosa che non funziona in questa modalità di vivere le cose, in questo modo non ci si mette mai la passione ed il cuore, solo il portafoglio, si falsano i valori.
Sarebbe stata una cosa "buona e giusta" se la tecnologia analogica fosse stata sviluppata oltre, così da permettere la produzione di proiettori meno ingombranti e meno complicati da mettere a punto.
Meditare su questo non fa male...

martedì 11 dicembre 2007

Triple Play

Con queste due parole le compagnie che forniscono accesso ad internet si giocheranno il loro successo commerciale, e quindi anche il loro futuro.
Triple Play sta a significare “Dati, Voce e Video”, ovvero utilizzare tramite lo stesso operatore, un solo punto di ingresso nella abitazione per fornire questi tre servizi. La compagnia che riuscirà ad avere il numero maggiore di clienti potrà dirsi vincitore della battaglia.
Ma perché battaglia e non guerra? La televisione via internet cambia totalmente il modo di concepire la stessa, infatti adesso siamo abituati a guardare cosa “danno” in TV per poi accomodarci sul divano all'ora stabilita e goderci lo spettacolo. Bene tutto questo potrebbe cambiare in modo drammatico (non per noi, ma per i fornitori dei contenuti), infatti le potenzialità che offre il mezzo di trasmissione sono limitate solo dalla fantasia, e questo rende molto pericoloso il gioco per chi ci fornirà i programmi televisivi. Le reti televisive che conosciamo noi potrebbero non essere preparate ad affrontare questa sfida che cambia radicalmente il modo di fruire i programmi televisivi, e non parlo solo di interattività per come viene intesa oggi, ma reale interattività nei programmi, con la possibilità di ritagliarsi la TV che fa per se, per quanto riguarda contenuti, orari ed ogni altro aspetto che magari adesso neanche viene in mente.
Quindi Triple Play si, ma attenzione ai contenuti ed al modo concepire il canale televisivo.

IP-Television: ovvero come ti “webbizzo” la TV.

Il termine IP-Television sta ad indicare la trasmissione di contenuti multimediali attraverso il protocollo internet, ovvero attraverso la banda larga dell'ADSL che ormai in Italia sembra si stia finalmente diffondendo.
Ma cerchiamo di capire più da vicino in che cosa consista praticamente la IPTV.
Il mondo delle telecomunicazioni si sta spostando ormai da parecchi anni, verso mezzi che permettano di far coesistere più contenuti, fruibili poi in modo differenziato dall'utente finale. Ad esempio prendiamo la telefonia: in quella fissa tradizionale (quella di mamma SIP per intenderci), la comunicazione tra due apparecchi telefonici, una volta stabilita, occupava il canale, ovvero il cavo, e quindi non era possibile veicolare sullo stesso cavo altre comunicazioni, questo avveniva fino ad esaurimento delle linee fisiche. Oggi invece, con le centrali numeriche, le comunicazioni transitano su IP (ecco che compaiono le due letterine magiche), rendendo possibile condividere lo stesso mezzo trasmissivo, infatti la voce delle due persone che stanno parlando tra di loro, viene digitalizzata ed “incapsulata” all'interno di pacchetti di rete, marcati con le informazioni relative a chi li ha originati e chi li deve ricevere. Quando un secondo utente effettua una telefonata, la sua voce viene digitalizzata ed incapsulata sempre in questi pacchetti di rete, ma che questa volta hanno un indirizzo sorgente e di destinazione differente, quindi raggiungeranno un altro utente, ma sempre utilizzando lo stesso cavo! E così via, fino a saturare la capacità di trasporto del cavo (che se anche consentisse solo due comunicazioni sarebbe un affare). Risulta chiaro come mai il protocollo IP sia una soluzione economica per gli operatori, e tutto sommato conveniente per gli utenti, in quanto possono ottenere un servizio di qualità, che dovrebbe costare anche meno.
Internet si basa su questo principio di funzionamento per trasmettere le informazioni, infatti internet si basa su IP (che sta a significare proprio Internet Protocol), quindi nella rete mondiale, una ragnatela sconfinata che raggiunge ormai tutti i punti del pianeta o quasi, si muove un traffico di pacchetti che sfrecciano lungo le “autostrade dell'informazione”, trasportando i contenuti più disparati.
Non è una novità per chi utilizza internet da diversi anni, utilizzare il proprio computer per effettuare videochiamate. Cu See Me fu uno dei primi software che permetteva di chattare con il supporto del video, tramite una webcam collegata al computer, ma stiamo parlando ancora di epoche in cui l'ADSL non c'era o non era così diffuso.
Da allora ne è stata fatta di strada, software come Skype sono utilizzati da milioni di utenti su tutto il pianeta. Ma voi direte: e che cosa centra tutto ciò con la IPTV? Proprio questi strumenti hanno gettato le basi per la TV su IP, dimostrando come sia possibile veicolare immagini in tempo reale.
La televisione sta cambiando radicalmente faccia, diventando uno strumento che esce dai canoni standard della TV, come siamo abituati a concepirla; i programmi trasmessi possono essere prodotti dagli utenti della rete stessa, infatti dalla semplice videochiamata, alla distribuzione sulla rete di programmi audiovisivi il passo è veramente breve.
Interessante vero?

lunedì 6 agosto 2007

HTPC: Che cosa è, perchè utilizzarlo e come assemblarlo. Terza puntata

Nei post precedenti ho descritto a grandi linee a che cosa serva unHTPC, quali siano le sue caratteristiche principali ed i componenti più critici.
Un HTPC ha il primario compito di generare un segnale video di qualità per pilotare un videoproiettore od un tv con ingresso digitale (possibilmente a grande schermo), quindi è chiaro che un ruolo fondamentale lo svolga la scheda video. Personalmente ho una certa simpatia per le schede ATI Radeon, perchè a mio avviso possegono la capacità di renderizzare le immagini in modo molto naturale e sono dotate di una cpu grafica di potenza adeguata al compito che richiediamo.
Nel mio HTPC utilizzo una scheda ATI Radeon 9500, e devo dire che ne sono pienamente soddisfatto. Ho provato anche ad utilizzare una "vecchia" matrox marvel G450 E-TV, con buoni risultati, anche se ho dovuto utilizzare l'uscita VGA, in quanto la G450 E-TV non possiede connettore DVI. La radeon produce una immagine più naturale, con meno artefatti e perfettamente fluida, e poi dispone di uscita digitale, che per quanto mi riguarda, è un must. In ogni caso l'impressione è che alla data odierna moltissime schede grafiche siano in grado di produrre ottimi risutati, una cosa importante è non farsi prendere dalla mania di capacità di calcolo tridimensionali. Infatti il segnale che la scheda grafica dovrà elaborare non è di tipo "tridimensionale", e quindi non ha molto senso spendere una cifra assurda per una scheda che abbia caratteristiche stratosferiche nella elaborazione di immagini 3D. Questo tipo di schede sono molto utili se si utilizzano videogiochi, ma per elaborare una immagine da DVD o da scheda satellitare non verrebbero sfruttate al massimo.

sabato 14 luglio 2007

HTPC: che cosa è, perchè utilizzarlo e come assemblarlo: Seconda puntata

Eccoci a parlare nuovamente di HTPC.
Nel precedente post ho descritto cosa è un HTPC e per quale motivo potrebbe essere una buona scelta usarlo per pilotare un videoproiettore. In questo post cercherò di elencare le caratteristiche tecniche che dovrebbe possedere il nostro computer per svolgere bene il suo ruolo. Prima di tutto occore stabilire quali saranno le sorgenti che più spesso utilizzeremo, ovvero se l'utilizzo principale è quello di usare il nostro HTPC per visionare DVD, oppure abbiamo intenzione di usarlo anche per altre sorgenti video, quali ad esempio DVB-S, DVB-T, Divx.

Nel caso volessimo utilizzarlo principalmente per visionare DVD, allora la potenza di calcolo non rappresenta un problema particolare, infatti anche una cpu PIII ad 1 GHz è in grado di riprodurre tranquillamente un DVD senza esitazioni, la decodifica del flusso MPeg 2 contenuto in un DVD ha un bit rate alto, e il fattore di compressione non è molto spinto, quindi la "fatica" che il processore deve compiere per decodificarlo non è esagerata. Il discorso cambia se si utilizzano anche altre sorgenti, specialmente se la decodifica la effettuiamo via software, però è importante ricordare che ormai le moderne CPU non hanno problemi a trattare flussi di tipo multimediale, quindi possiamo concludere che se nel nostro HTPC utilizziamo una CPU di ultima o penultima generazione, non avremo problemi, il rovescio della medaglia è il calore che esse generano e l'assorbimento di corrente, che porta ad utilizzare alimentatori potenti e ventole rumorose.
Questo aspetto è già stato più volte affrontato in rete ed alcune ditte si sono specializzate nel produrre alimentatoti e sistemi di raffredammento poco rumorosi.
La memoria di sistema è dipendente soprattutto dal sistema operativo che si vuole utilizzare, il lavoro di un HTPC viene svolto quasi compeltamente dalla CPU, quindi la ram riveste sicuramente un aspetto importante, ma non il principale.
Il disco fisso è invece un componente importante, specie se si vuole utilizzare il pc anche come PVR (Personal Video Recorder), sie per la capienza, sia per la velocità di accesso.
Personalmente utilizzo un Hard Disk da 160 Gb per il sistrema operativo e per le registrazioni e mi trovo molto bene, anche se l'ideale sarebbe utilizzare un hard disk per il sistema operativo e per le applicazioni, ed un secondo Hard Disk molto capiente e veloce per le registrazioni.
Nella prossima puntata perleremo del componente principe, ovvero la scheda grafica.

giovedì 12 luglio 2007

HTPC: che cosa è, perchè utilizzarlo e come assemblarlo: Prima puntata

Vedere un film al cinema è sicuramente una esperienza più appagante rispetto a vedere la stessa pellicola sullo schermo di un televisore, fosse anche di grosse dimensioni.
Ancora di più lo è per chi ha la passione per l'Home Theater, perchè per una volta può permettersi di dimenticare il suo mestire di critico dell'immagine e del suono, e godersi il film così come lo ha voluto il regista.
Utilizzare un videoproiettore aiuta moltissimo nel ricreare in casa le stesse emozioni che si proverebbero in una sala di proiezione tradizionale, con un pizzico di soddisfazione in più dovuta al fatto che l'impianto ce lo siamo costruiti da soli. Ma un impianto Home Theater è un sistema complesso, pieno di variabili che hanno una influenza notevole sul risultato finale. Solo tenendo in debito conto il contributo di ogni componente sia esso "attivo" o "passivo", riusciremo ad avere il massimo dal nostro impianto.
Qualsiasi videoproiettore non sarà mai in grado di modificare una immagine e renderla migliore di quella che arriva ai suoi ingressi, quindi se adottiamo il principio che ci induce ad utilizzare gli ingressi digitali, in maniera tale che il segnale attraversi meno circuiti elettronici e sia sottoposto a minori elaborazioni, allora dobbiamo "consegnare" al proiettore un segnale video di ottima qualità.
In commercio esistono diversi lettori DVD di ottima qualità, ma spesso il loro costo non è così popolare, una validissima alternativa all'utilizzo di un lettore DVD è quella di utilizzare un personal computer specializzato nella funzione di centro di intratteninemto multimediale: un HTPC appunto, infatti un personal computer può racchiudere in sè un lettore DVD, un ricevitore Digitale Satellitare, un ricevitore Digitale Terrestre, un rievitore Analogico Terrestre, un PVR, ed altro ancora.
Di HTPC si sente parlare da diversi anni ormai, da quando ci si è accorti che le schede grafiche montate nei PC erano in grado di pilotare in maniera egregia i pannelli dei videoproiettori digitali, impostando la risoluzione di visualizzazione sulla loro stessa risoluzione (in realtà un HTPC è in grado di dare dei risultati strabilianti con i desueti tritubo, tanto vituperati da queste nuove tecnologie digitali, quanto ancora inarivvabili sul piano della qualità di proiezione).
Un HTPC deve essere silenzioso e presentabile, perchè probabilmente dovrà fare bella mostra di se nel salone, nonchè avere una potenza di calcolo adeguata al compito che deve svolgere: decodificare il flusso digitale delle immagini e presentrle all'uscita della scheda grafica.
Nella prossima "puntata" affronteremo i passi necessari all'assemblaggio di un HTPC che dia ottimi risultati in quanto a riproduzione, con un occhio alla spesa, perchè è vero che questo hobby/passione è costoso, ma è anche vero che spesso si può risparmiare molto senza compromettere il risultato.

mercoledì 4 luglio 2007

Cavo DVI autocostruito

Il collegamento digitale delle periferiche di visualizzazione garantisce un trasferimento ottimale del segnale video, poichè consente di trasferire le informazioni che compongono l'immagine bypassando i circuiti di conversione Digitale Analogico ed Analogico Digitale.
I vantaggi che ne derivano sono chiari, ovvero il segnale non essendo sottoposto alle conversioni di cui sopra, viene trasmesso così come è generato, minimizzando i rumori e le distorsioni introdotte dai circuiti elettronici che dovrebbe attraversare altrimenti.
Lo standard DVI è stato soppiantato da quello HDMI, che prevede un connettore più piccolo e trasmette il segnale video digitale e l'audio multicanale, il DVI prevede tra le sue varianti il trasporto contemporaneo del segnale analogico e digitale, ma mai il segnale audio multicanale.
La lunghezza della linea di trasporto è un grande limite di questa tecnologia, infatti lo standard DVI non garantisce il trasferimento ottimale del segnale se il cavo di collegamento supera i 7,5 m.
I videoproiettori digitali (LCD, DLP, D-ILA), ormai sono equiaggiati del connettore HDMI, ma per quelli che hanno il solo connettore DVI (questa è la mia esperienza) vale la pena spendere due parole sull'autocostruzione di un cavo con materiali comuni che hanno un costo irrisorio.
Esistono in commercio dei cavi non terminati che contengono al loro interno tuti i conduttori che servono a realizzare un cavo DVI Dual Link, o single Link. Questi cavi non hanno propriamente un costo basso, e se si deve realizzare un cavo di una certa lunghezza la spesa arriva e supera facilmente le centinaia di euro.
Per cercare di risolvere il problema di collegare il Computer al Videoproiettore senza spendere una cifra considerevole, mi sono armato di santa pazienza ed ho cercato di capire cosa prevedesse lo standard DVI riguardo al trasporto del segnale. Tralasciando tutta la fase di studio che ho dovuto effettuare documentandomi sulla rete, sono arrivato alla conclusione che era possibile costruire un cavo single link utilizzando del normale cavo di rete Cat 5E schermato.
In realtà tutto è stato molto semplice, tranne le saldature che sono tante e vanno fatte bene.
Avevo a disposizione un cavetto DVI di 1,5 m ed ho cannibalizzato i connettori, tagliando il cavetto una decina di centimetri prima e spellando tutti i connettori.
Il cavo vero e proprio è costituito da due cavi Cat 5E schermati della stessa lunghezza.
Due cavi perchè le coppie di conduttori presenti all'interno di ciascun cavo sono 4, ed il DVI prevede 5 segnali, i tre colori e due segnali di clock più il cavetto che gestisce il plug & play.
Per adesso tralascio i particolari, che saranno oggetto di un'altro post, posso dire che ho utilizzato un cavo per il trasporto dei segnali relativi ai tre colori RGB, e l'altro cavo per i rimanenti segnali, che non sono critici come i primi.
Il risultato che ho ottenuto alla risoluzione di 1024x768 60Hz (la risoluzione nativa della matrice del mio Videoproiettore DLP) con un cavo di 10 m così costruito è stato una sorpresa. Non c'è la minima traccia di disturbi sulla immagine, nessun drop-out, nessuna doppia immagine ed i colori sono così come devono essere, insomma il risultato è pefetto, lo stesso che avevo con il cavo da 1,5 m e la cosa che più mi ha dato soddisfazione è stata la spesa, meno di 10 euro!!!